La tossicità da mercurio costituisce ancora un dato controverso in ambito odontoiatrico: il rapporto causale diretto dell’amalgama con le condizioni di patologia rimane difficile da stabilire, se non nei casi di tossicità acuta. È certo che il paziente e il personale sanitario si trovano esposti a un qualche rischio ogni qualvolta esista la possibilità di un rilascio di vapore. In alcuni casi, proprio per evitare il rischio di sfaldamento spontaneo o per necessità prettamente cliniche – ad esempio fratture di cuspide o semplicemente infiltrazioni cariose – non è possibile attuare un approccio attendista nei confronti di un’otturazione in amalgama, la quale andrà inevitabilmente asportata. Quando la richiesta è basata su di un’esigenza puramente estetica, spetterà invece al clinico a soppesare il rapporto costi/benefici. Ecco dunque che la rimozione costituisce uno dei momenti in cui è obbligatorio salvaguardare paziente e staff sanitario dal rischio di esposizione.
In via preliminare, andranno considerati dati anamnestici – nel caso di paziente in gravidanza o in allattamento, l’atto andrà rimandato appunto al termine del puerpuerio – e locali, quali attrito agente sull’elemento dentale, estensione del restauro, igiene orale, dieta, compresenza di altri metalli, presenza di lesioni (ad esempio tatuaggi da amalgama).
Rimozione amalgama guidata e sicura
Per quanto riguarda la rimozione dell’amalgama dentale, sono disponibili diversi protocolli: il più rigoroso, probabilmente, è quello rilasciato dall’ente IAOMT e definito Safe Mercury Amalgam Removal Technique (SMART), il cui ultimo aggiornamento risale a fine 2016. Qui di seguito, invece, vengono fornite alcune indicazioni base, comuni a diversi protocolli, necessarie al fine di ridurre al minimo l’assorbimento attraverso le mucose, sottolingua e la diffusione dei vapori attraverso la barriera emato-encefalica.
Dispositivi di protezione per il paziente:
• coprire gli indumenti del paziente con un grembiule in plastica posto al di sotto della bavaglia
• fissare la diga in modo da isolare completamente il dente dalle mucose circostanti; esistono anche sostante assorbenti da porre al di sotto della diga al fine di intercettare particelle eventualmente fuoriuscite
• la copertura del viso del paziente viene completata con visiera e cuffia
• maschera a ossigeno e aspiratore per i vapori che si diffonderebbero nell’ambiente
Dispositivi di protezione del paziente:
• mascherina
• visiera con protezione oculare
• cuffia
Accorgimenti operativi:
• impiegare una fresa nuova
• irrigazione abbondante e aspirazione efficiente
• cercare di asportare l’otturazione in blocco.
Terminata la rimozione si procederà a:
• rimuovere i mezzi di protezione a cominciare dalla diga
• ispezionare le mucose al di sotto della diga: se pulite, terminare irrigando abbondantemente.